Progetto e concezione artistica
Il Tempio è la casa di Dio e degli uomini che vogliono incontrarsi con Dio.
La Chiesa è il luogo del Sacrificio Eucaristico, è il luogo della proclamazione della Parola di Dio, dell'iniziazione, del Battesimo, della Penitenza, della Confermazione, della Consacrazione.
La Chiesa è anche il rifugio dell'uomo, il luogo della pace dello spirito, il rifugio del cuore, dove ognuno depone il proprio dolore e lo accomuna a quello di tutta l'umanità.
La Chiesa è il luogo della solidarietà e perciò del rispetto reciproco, della carità, dell'affermazione della dignità della persona umana - fondamento della convivenza civile - ed è il luogo dell'incontro; in questo senso deve essere il luogo dell'accoglienza e accogliente, non ricco e lussuoso ma francescanamente umile, povero e nobile.
Tutte queste considerazioni, il luogo, la comunità, il paesaggio, il profilo di Mantova che emerge a distanza oltre i campi, con le torri, i campanili, la cupola dello Juvara sovrastante l'architettura eccezionale di Leon Battista Alberti, tutta la stupenda città con i suoi laghi hanno prodotto un'immagine e sono alla base della progettazione - ad opera dell'Arch. Francesco Rovetta - dello spazio realizzato: il volume è stato calibrato per produrre le emozioni che derivano da tutti questi elementi.
Il portico intorno alla chiesa è stato pensato come elemento di filtro tra l'ambiente esterno e lo spazio interno, luogo di riparo, di sosta, d'incontro.
Le ampie finestrature consentono di vedere l'interno della chiesa già dal portico, per invitare ad entrare nel tempio. E' un modo di avvicinarsi a Dio e, nelle emrgenze di sovraffollamento, di partecipare alle celebrazioni anche dall'esterno.
L'ingresso è importante, forte e solenne.
Dall'interno si può godere la natura creata da Dio e lavorata dagli uomini e, più vicino, il giardino ed il sagrato visti come luogo paradisiaco, che appartiene a tutti, come la Chiesa che diviene il luogo di soggiorno di tutti e il luogo di incontro con "la Presenza".
Questa presenza si concentra sulla Mensa attorno alla quale tutti si raccolgono per partecipare coralmente all'Eucarestia.
La forma della Chiesa a sedici lati è stata pensata proprio come una capanna che raccoglie questa coralità di intenti e di persone concentrandoli tutti insieme verso il punto focale: l'Altare posto le linee prospettiche che formano il grande disegno del pavimento e che si incontrano nel centro in fondo al presbiterio.
La Mensa nella zona presbiteriale è rialzata di tre gradini rispetto al resto della Chiesa, è ampia e proporzionata alla dimensione volumetrica del tempio, alle strutture lignee, al forte rosone d'acciaio e all'importanza che il luogo del sacrificio deve avere.
E' affiancata dall'Ambone che sporge sui gradini per avvicinarsi alla gente.
L'interno della Chiesa è stato decorato con vetrate artistiche, opera dell'artista bresciano Don Renato Lanfranchi, che scandiscono ritmicamente tutto lo spazio: a lato dei pilastri e nelle chiusure del grande rialzo a capanna del tetto sopra l'altare e in quello che segna l'ingresso principale.
Una grande croce domina lo spazio della Chiesa sopra l'altare. Un'altra è disegnata sul pavimento, esattamente sotto il rosone centrale.
Non si è voluto prevedere altra decorazione per lasciar vedere il più possibile la semplicità dei materiali usati: il legno, il ferro, il vetro e il calcestruzzo rosso, liscio al tatto: materiale povero, forte e reso nobile, come pietra rigenerata dall'uomo.
La Chiesa è il luogo del Sacrificio Eucaristico, è il luogo della proclamazione della Parola di Dio, dell'iniziazione, del Battesimo, della Penitenza, della Confermazione, della Consacrazione.
La Chiesa è anche il rifugio dell'uomo, il luogo della pace dello spirito, il rifugio del cuore, dove ognuno depone il proprio dolore e lo accomuna a quello di tutta l'umanità.
La Chiesa è il luogo della solidarietà e perciò del rispetto reciproco, della carità, dell'affermazione della dignità della persona umana - fondamento della convivenza civile - ed è il luogo dell'incontro; in questo senso deve essere il luogo dell'accoglienza e accogliente, non ricco e lussuoso ma francescanamente umile, povero e nobile.
Tutte queste considerazioni, il luogo, la comunità, il paesaggio, il profilo di Mantova che emerge a distanza oltre i campi, con le torri, i campanili, la cupola dello Juvara sovrastante l'architettura eccezionale di Leon Battista Alberti, tutta la stupenda città con i suoi laghi hanno prodotto un'immagine e sono alla base della progettazione - ad opera dell'Arch. Francesco Rovetta - dello spazio realizzato: il volume è stato calibrato per produrre le emozioni che derivano da tutti questi elementi.
Il portico intorno alla chiesa è stato pensato come elemento di filtro tra l'ambiente esterno e lo spazio interno, luogo di riparo, di sosta, d'incontro.
Le ampie finestrature consentono di vedere l'interno della chiesa già dal portico, per invitare ad entrare nel tempio. E' un modo di avvicinarsi a Dio e, nelle emrgenze di sovraffollamento, di partecipare alle celebrazioni anche dall'esterno.
L'ingresso è importante, forte e solenne.
Dall'interno si può godere la natura creata da Dio e lavorata dagli uomini e, più vicino, il giardino ed il sagrato visti come luogo paradisiaco, che appartiene a tutti, come la Chiesa che diviene il luogo di soggiorno di tutti e il luogo di incontro con "la Presenza".
Questa presenza si concentra sulla Mensa attorno alla quale tutti si raccolgono per partecipare coralmente all'Eucarestia.
La forma della Chiesa a sedici lati è stata pensata proprio come una capanna che raccoglie questa coralità di intenti e di persone concentrandoli tutti insieme verso il punto focale: l'Altare posto le linee prospettiche che formano il grande disegno del pavimento e che si incontrano nel centro in fondo al presbiterio.
La Mensa nella zona presbiteriale è rialzata di tre gradini rispetto al resto della Chiesa, è ampia e proporzionata alla dimensione volumetrica del tempio, alle strutture lignee, al forte rosone d'acciaio e all'importanza che il luogo del sacrificio deve avere.
E' affiancata dall'Ambone che sporge sui gradini per avvicinarsi alla gente.
L'interno della Chiesa è stato decorato con vetrate artistiche, opera dell'artista bresciano Don Renato Lanfranchi, che scandiscono ritmicamente tutto lo spazio: a lato dei pilastri e nelle chiusure del grande rialzo a capanna del tetto sopra l'altare e in quello che segna l'ingresso principale.
Una grande croce domina lo spazio della Chiesa sopra l'altare. Un'altra è disegnata sul pavimento, esattamente sotto il rosone centrale.
Non si è voluto prevedere altra decorazione per lasciar vedere il più possibile la semplicità dei materiali usati: il legno, il ferro, il vetro e il calcestruzzo rosso, liscio al tatto: materiale povero, forte e reso nobile, come pietra rigenerata dall'uomo.