Opere scultoree
La statua di Maria Madre della Chiesa
Il 7 dicembre 1997, con una solenne concelebrazione, alla presenza del Vescovo, è stata inaugurata la statua di Maria Madre della Chiesa.
L'artista Jori attraverso la sua creazione artistica, ha voluto trasmettere alcuni valori di fede cristiana presenti nella lettura delle icone russe (Maria sta ritta in piedi con le braccia aperte, in segno di accoglienza e al centro del grembo vi è un cerchio dorato con all'interno rappresentato, sempre in forma regale, il bambino Gesù).
Anche la statua di Maria Madre della Chiesa vuole esprimere questo significato teologico, perchè Maria non tiene in braccio Gesù, ma è Gesù che vuole sorreggere Maria.
Di Gesù, Figlio di Dio, si vede solo la testa, che sembra uscire dal cuore di Maria. Ella concepisce Gesù prima con la fede e poi con il corpo. La Madonna offre e presenta Gesù all'umanità, non lo tiene per sè, perchè sa benissimo che quel bambino dovrà salvare ogni uomo.
Colpisce anche il volto di Maria, un volto che guardando in basso, esprime il senso della dolcezza, della maternità, della preghiera e della meditazione.
Il tondo: la Vergine della Trinità
La chiesa parrocchiale di S. Giorgio, in data 7 marzo 1998, si è arricchita di un'altra opera artistica dello scultore Andrea Jori, raffigurante Maria: Madre, Figlia, Sposa.
L'opera, del diametro di mt. 1,50, è singolarmente carica di citazioni evangeliche e di simbologie esoteriche.
Entro il cerchio cosmico è la Vergine con le braccia aperte, alla sua destra Dio Padre, raffigurato in un bambino avvicina la sua mano a quella di Maria (reminiscenza della invenzione michelangiolesca della creazione di Adamo nella Cappella Sistina).
Sul lato opposto ancora Dio sposo, raffigurato sempre nel bimbo, mette all'anulare di Maria l'anello nuziale.
Il ventre di Maria mostra Dio Figlio, il generato nell'eternità del Padre, fattosi uomo per noi nel grembo della Vergine.
I tre identici putti, disposti agli angoli del triangolo equilatero, segna della perfezione, esprimono il mistero del Dio Uno e Trino, entro il quale è accolta Maria.
Corona le figure un ricchissimo festone di frutta e animali, pervaso di simboli sacri e profani, tutto generato dall'acqua che trabocca dal vaso recante il monogramma di Gesù: IHS ( in greco le prime tre lettere di Iesus e, secondo l'interpretazione di S. Bernardino da Siena, alla latina "Iesus Hominum Salvator", Gesù Salvatore degli uomini), dai segni zodiacali (simboli di cosmicità), al serpente della colpa primordiale, dall'ariete del sacrificio di Isacco alla croce, dal pavone emblema d'immortalità all'agnello mistico. Tutto questo fa parte della ricerca religiosa antica, espressa attraverso la mitologia e le sue raffigurazioni.
Le teste di Beethoven e di un filosofo significano infine la musica (l'arte che più di ogni altra sa farsi interprete della tensione dell'anima al sublime) e la filosofia con l'umano pensiero e la sua indagine della verità.
Lo scultore Andrea Jori non vuol certo proporre la sua opera come una pagina di teologia, ma come una dichiarazione di ricerca che è già per se stessa tramite alla salvezza, come diceva Pascal: "Tu non mi cercheresti se non mi avessi trovato".
Il 7 dicembre 1997, con una solenne concelebrazione, alla presenza del Vescovo, è stata inaugurata la statua di Maria Madre della Chiesa.
L'artista Jori attraverso la sua creazione artistica, ha voluto trasmettere alcuni valori di fede cristiana presenti nella lettura delle icone russe (Maria sta ritta in piedi con le braccia aperte, in segno di accoglienza e al centro del grembo vi è un cerchio dorato con all'interno rappresentato, sempre in forma regale, il bambino Gesù).
Anche la statua di Maria Madre della Chiesa vuole esprimere questo significato teologico, perchè Maria non tiene in braccio Gesù, ma è Gesù che vuole sorreggere Maria.
Di Gesù, Figlio di Dio, si vede solo la testa, che sembra uscire dal cuore di Maria. Ella concepisce Gesù prima con la fede e poi con il corpo. La Madonna offre e presenta Gesù all'umanità, non lo tiene per sè, perchè sa benissimo che quel bambino dovrà salvare ogni uomo.
Colpisce anche il volto di Maria, un volto che guardando in basso, esprime il senso della dolcezza, della maternità, della preghiera e della meditazione.
Il tondo: la Vergine della Trinità
La chiesa parrocchiale di S. Giorgio, in data 7 marzo 1998, si è arricchita di un'altra opera artistica dello scultore Andrea Jori, raffigurante Maria: Madre, Figlia, Sposa.
L'opera, del diametro di mt. 1,50, è singolarmente carica di citazioni evangeliche e di simbologie esoteriche.
Entro il cerchio cosmico è la Vergine con le braccia aperte, alla sua destra Dio Padre, raffigurato in un bambino avvicina la sua mano a quella di Maria (reminiscenza della invenzione michelangiolesca della creazione di Adamo nella Cappella Sistina).
Sul lato opposto ancora Dio sposo, raffigurato sempre nel bimbo, mette all'anulare di Maria l'anello nuziale.
Il ventre di Maria mostra Dio Figlio, il generato nell'eternità del Padre, fattosi uomo per noi nel grembo della Vergine.
I tre identici putti, disposti agli angoli del triangolo equilatero, segna della perfezione, esprimono il mistero del Dio Uno e Trino, entro il quale è accolta Maria.
Corona le figure un ricchissimo festone di frutta e animali, pervaso di simboli sacri e profani, tutto generato dall'acqua che trabocca dal vaso recante il monogramma di Gesù: IHS ( in greco le prime tre lettere di Iesus e, secondo l'interpretazione di S. Bernardino da Siena, alla latina "Iesus Hominum Salvator", Gesù Salvatore degli uomini), dai segni zodiacali (simboli di cosmicità), al serpente della colpa primordiale, dall'ariete del sacrificio di Isacco alla croce, dal pavone emblema d'immortalità all'agnello mistico. Tutto questo fa parte della ricerca religiosa antica, espressa attraverso la mitologia e le sue raffigurazioni.
Le teste di Beethoven e di un filosofo significano infine la musica (l'arte che più di ogni altra sa farsi interprete della tensione dell'anima al sublime) e la filosofia con l'umano pensiero e la sua indagine della verità.
Lo scultore Andrea Jori non vuol certo proporre la sua opera come una pagina di teologia, ma come una dichiarazione di ricerca che è già per se stessa tramite alla salvezza, come diceva Pascal: "Tu non mi cercheresti se non mi avessi trovato".