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Vita della Comunità: Eventi passati.

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Saluto a don Andrea Barbieri

lunedì 26 settembre 2011

Saluto a don Andrea BarbieriTesto del saluto dei giovani della parrocchia:

Carissimo don Andrea

Non so sotto quale – o quali – dei suoi tanti travestimenti lo abbiate conosciuto ma che si trattasse di quello da sacerdote o da curato giovane, da scout o da responsabile delle attività giovanili, da contadino o da imbianchino, calciatore o podista (e non sempre è un bello spettacolo) sono sicuro che la maggior parte di noi è qui per lui, in questa occasione di saluto che vuol essere anche e soprattutto un ringraziamento.
Ebbene si: il ragazzo si è messo in testa di far carriera e per poter iniziare la sua scalata alle più alte gerarchie ecclesiastiche (si vocifera già di un incarico come responsabile diocesano delle tombolate della terza età) ha deciso di lasciare le sicurezze di casa e andare ad affrontare il mondo fuori. E non possiamo che esserne orgogliosi. Nei sei anni in cui si è fermato da noi ha fatto tante cose in diversi ambiti della vita della comunità e non è certo necessario ricordarle, anche perché credo si possano sintetizzare nella presenza qui , oggi, di tanti bambini, tante famiglie, giovani e amici.
Al di là di tante belle iniziative riuscire a rendere e mantenere vivi i rapporti all’interno di una comunità è il compito più importante – e difficile – di un sacerdote. Senza dubbio anche noi l’abbiamo aiutato, ognuno nel suo piccolo. Sembra ieri quando in una delle sue prime omelie spiegava il perdono ai bambini con queste parole: “.. perché se qualcuno ti rompe la bici va bene vendicarsi, ma senza esagerare!”; chi c’era due domeniche fa alla messa ha potuto apprezzare il cambiamento di poetica a riguardo. O ancora quando ordinava ai suoi ingenui animatori di intromettersi furtivamente, scavalcando le mura, nel deposito del Bricocenter per prendere gli scatoloni vuoti che servivano al GrEst: oggi ha imparato che basta chiedere perché si sa, ad un sacerdote non si dice mai di no.
Direi che di strada ne ha fatta tanta: è arrivato che era una semplice promessa ed ora è una delle pedine più richieste del mercato della nostra diocesi. Insomma siamo felici di averlo avuto con noi e ora, con fazzoletto bianco alla mano e lacrimuccia all’occhio, vogliamo salutarlo e auguragli di cuore buona fortuna nella sua nuova avventura. Non è necessario aggiungere altro perché come sempre meglio di tanti discorsi sono quelle sei lettere che formano la parola GRAZIE, che unite nella loro semplicità contengono tutto.
Ah no, aspettate, rimane una questione da affrontare: c’è chi ancora ironizza quando – durante la prima mitica gita lungo il cammino di Santiago de Compostela – rischiò di far perdere il gruppo per seguire le orme di una graziosa ragazza in divisa verde-oro. Voi pensate pure quello che volete ma io sono sicuro che anche in quel senso è cambiato: è quest’estate, quando torneremo là, potrà dimostrarlo.

I tuoi giovani amici





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