Evangelizziamo
Come diventare annunciatori della Buona e Bella Notizia
mercoledì 4 gennaio 2012
Un araldo, proclama...
Carissimo credente…
Carissimo credente…
Se hai aperto questa pagina, forse sei stato spinto da curiosità o dal desidero di voler capire meglio di che si tratta.
Benedetto XVI suggerisce spesso di usare la propria intelligenza e ragione, doni ricevuti da Dio, per comprendere al meglio ogni cosa utile per la vita, così anche ciò che riguarda il proprio spirito.
La tua fede forse si basa nel seguire norme, pratiche o devozioni, frutto di tradizioni sorte nella Chiesa in 2000 anni di cristianesimo. Oppure la tua fede è basata sulle opere che regolarmente vengono da te compiute, frutto di diverse conoscenze acquisite negli anni della tua vita.
Vogliamo partire da questa tua fede, comunque più che sufficiente per Gesù, “colui che salva”, per donarti salvezza compiendo i tanti miracoli nella sua vita qui in terra.
Abbiamo individuato alcuni passaggi essenziali e necessari per comprendere e fare di ogni credente battezzato un annunciatore. Per cui non è necessario aver fatto particolari studi, né avere tante conoscenze, come alcuni esempi dimostrano:
- I pastori, la notte di Natale, vista la luce degli angeli, hanno creduto e sono andati a vedere il bambino Gesù e subito hanno riferito e annunciato le meraviglie di Dio: Lc 2,1.14. Loro erano considerati gli ultimi del popolo, non avevano studiato né avevano particolari conoscenze. (leggi)
- Zaccaria, per la gioia della nascita di suo figlio Giovanni, subito ha cominciato ad annunciare le opere di Dio: Lc 1,67-79.
- Maddalena, scoperto il sepolcro vuoto, è corsa ad annunciare agli apostoli la risurrezione di Gesù: Gv 20,2-8.
- Gesù prima di salire al cielo dice in Mc 16,15-16: “andate e annunciate e chi crederà sarà salvo”.
- Giovanni nella sua prima lettera scrive in 1,1-4: noi vi annunciamo ciò che abbiamo visto, udito, contemplato e toccato, perché siate in comunione con noi e abbiate la Vita Eterna.
- Perché sono frutto di una Verità, S. Giovanni nel suo vangelo scrive: “In verità, in verità vi dico” vuol dire che è veramente vero, per cui dobbiamo credere sia veramente così ed è nostro compito farlo presente a tanti. Non farlo è nascondere ciò che è Vero, cioè dire delle falsità.
- Perché in Lumen Gentium 33 è scritto che: “I pastori, da parte loro, riconoscano e promuovano la dignità e la responsabilità dei laici nella Chiesa; si servano volentieri del loro prudente consiglio, con fiducia affidino loro degli uffici in servizio della Chiesa e lascino loro libertà e margine di azione, anzi li incoraggino perché intraprendano delle opere anche di propria iniziativa”.
- Perché Gesù ha capovolto tutte le mentalità del suo tempo, come mostra il libro di Rafael Aguirre “Cosa sappiamo di Gesù di Nazaret” (leggi) e come scrisse Papini: “Il più grande Rovesciatore, il supremo Paradossista, il Capovolgitore radicale e senza paura”.
- Perché don Dianich il 13 sett. 2011 alla Settimana Pastorale, (leggi) ha detto che noi laici dobbiamo prendere coscienza che siamo responsabili e corresponsabili davanti a Dio e insieme ai preti dobbiamo diventare comunicatori della nostra fede, perché come su detto, sono 2000 anni che dovremmo saperlo.
- Perché il mondo e la società odierni hanno bisogno della consolazione di Dio e non c’è altro strumento per donarla. Così facendo facciamo passare la benedizione di Dio, perché annunciare è fare Grazia, la Grazia di Gesù, donarti ciò che Lui ha fatto per te e per tutti.
La prima consapevolezza necessaria è questa.
Ogni battezzato è veramente re, sacerdote e profeta, e in quanto tale ha il dovere e la capacità di annunciare le opere di Dio.
Come potrai prendere coscienza di questo? È necessario che tu riesca a sentire una grande gioia per la salvezza che hai già ottenuta 2000 anni fa da Gesù morto in croce e risorto per cancellare tutti i peccati dell’umanità, quindi anche i tuoi (1Gv. 2,1-2). Questo è il Kerigma, il primo annuncio che veniva fatto dai primi discepoli. Ma a questo annuncio ne seguiva subito un altro: “Chi crede in questo Gesù, mandato da Dio Padre, creatore dell’Universo, ottiene la salvezza per la Vita Eterna”. Queste sono le parole usate da S. Paolo nelle lettere ai Galati e ai Romani (clicca Vanhoye, ascolta Spidlik e il vescovo Roberto), ma dette anche da Gesù stesso, come scrive S. Giovanni diverse volte nel suo vangelo e nelle sue lettere (vedi citazioni).
Era questa la consapevolezza a cui era arrivato Lutero 500 anni fa, non compreso dalla Chiesa cattolica. E finalmente nel 1999 la Chiesa cattolica e i Luterani hanno scritto una Dichiarazione congiunta che conferma questa Verità unica per tutte le Chiese. Quindi non sono più le tue opere e i meriti che pensi di aver acquisito a donarti la salvezza, ma solo la tua fede in Gesù e quindi per i suoi meriti in quanto Figlio di Dio morto per noi.
Se questa è la tua fede, anche se piccola, incerta e dubbiosa, ma è pur sempre sufficiente a trapiantarti da questa terra al Paradiso a tempo debito, allora ti puoi rendere conto che puoi fare un vero salto di qualità. (omelia don Gianni 3avv. e 4avv.) La salvezza per la Vita Eterna è così una certezza, lo scrive il nostro vescovo a Pane Spezzato del 11-11-2011 e Dall’alba al Tramonto del 14 ott. 2011 è scritto: “…Ma niente e nessuno potrà mai strapparci la Vita Eterna…. In Cristo, Dio realizza un progetto che è già in atto nella Chiesa e nel mondo da molti secoli. Come già per i nostri padri, così per noi e per i nostri figli, la salvezza è una realtà”. Benedetto XVI nell’Udienza del 5-10-2011 presenta diverse certezze che dobbiamo avere. E’ questa la vera Benedizione di Nm 6,22-27 operata da sempre da Dio nei confronti dei credenti.
Se vuoi comprendere meglio la Buona e Bella Notizia, puoi visionare quanto proposto nella pagina dedicata.
Se questa Verità è entrata in te, è cresciuta e maturata sollecitata dalla volontà di capire con il buon uso della ragione e dell’intelligenza (omelia Epifania), è diventata una vera consapevolezza, un vero capovolgimento che ha forse richiesto una conversione del tuo modo di credere. È diventato un fidarti della Parola semplice e chiara che ci è stata data, quale Verità, allora puoi andare avanti e passare alla seconda consapevolezza.
Nel frattempo però ti accorgerai che diventeranno più comprensibili le letture che farai o ascolterai a Messa, avranno nuovi significati e ne riceverai grande beneficio. Questo ti farà sentire più libero, reso libero dalla tua comprensione con l’uso della tua intelligenza, ma per l’aiuto dello Spirito che ti ha spinto fin qui, per donarti la sua gioia facendoti conoscere la sua Salvezza. La Chiesa sa che Dio dona la salvezza, ma in tanti non lo sanno, la maggioranza. Infatti dalla risurrezione di Cristo, gli uomini si dividono in due gruppi: quelli che non conoscono ancora il dono della salvezza e sono la maggioranza, ma inconsciamente la attendono, quasi la sperano, e quelli invece che a partire dagli apostoli, la conoscono e hanno il mandato di Gesù di annunciarla per portare la Sua consolazione.
Allora c’è bisogno che qualcuno la comunichi, come scrive S. Paolo in Rm 10: "Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!”
Gesù manda ad annunciare
La seconda consapevolezza necessaria è questa.Ti stai rendendo conto che hai ottenuto qualcosa di insperato fino ad oggi, forse ti stai chiedendo perché Dio ha fatto tutto questo per te. La risposta è semplice, ma sconvolgente nello stesso tempo.
Perché ogni uomo nasce creato “naturalmente propenso a non compiere sempre il bene”, così anche tu. (vedi i rif.) Solo Maria e Gesù, diversamente da noi uomini normali, sono nati creati “naturalmente propensi a fare sempre e solo il Bene”. Dio Padre li ha creati così per un compito specifico, donare la salvezza all’Umanità. Allora noi uomini nasciamo per forza di cose diversi da loro due, cioè fatti al contrario, fin dalle origini, non poteva essere diversamente. Noi nasciamo limitati e quindi sempre peccatori, per cui avevamo bisogno di Qualcuno “santo e giusto” che ci rendesse “giusti e giustificati”. Qualcuno non poteva che essere Gesù, nato, morto e risorto per la salvezza dell’umanità.
La terza consapevolezza necessaria è questa.
Dato che ormai tu sei stato salvato, hai già un tesoro insperato e immeritato nella tua cassaforte. Non devi fare niente di più di ciò che hai sempre fatto, ma lo devi fare in un altro modo.
Se c’è in te questa consapevolezza, allora ci sarà anche la gioia e la serenità per la Grazia ricevuta. Non puoi più essere nella preoccupazione di non farcela, o non puoi più vivere come viene, come quando pensavi di non essere salvo e così credevi fosse meglio godere in questa vita. Più tardi capirai, col suo aiuto, che dovrai lodarlo e ringraziarlo del dono impagabile ricevuto e cercare di contraccambiare, cercando di vivere in coerenza al suo insegnamento, anche se capirai che non ti è possibile contraccambiare pienamente, leggi i Salmi 130 e 149. C’è un proverbio cinese che esprime bene questo concetto: “Se qualcuno ti salva la vita, gli sarai sempre debitore”. Ma questo non ti deve spaventare, Dio ti ha salvato.
Facciamo un altro passo avanti ……
La quarta consapevolezza necessaria è questa.
Dio compie tutto ciò che vuole, ma in modo diverso da come siamo soliti pensare.
Dio ha sempre operato così fin dalle origini: (vedi ancora Vanhoye)
- Ad Abramo non ha detto: se farai questo e quello, allora ti darò un figlio, gli ha solo chiesto di fidarsi. Abramo è stato chiamato per diventare il capostipite di un popolo di credenti, tra cui il popolo eletto da cui doveva nascere Gesù suo Figlio.
- Al popolo ebraico Dio non ha prima dato la legge aspettando di vedere se l’avrebbe seguita con coerenza. No, prima l’ha liberato tutto, cattivi e buoni, anche forse con qualche egiziano, pagano. Poi ancora è stato salvato tutto intero da morte nel deserto con la manna, l’acqua e le quaglie. Più tardi ha dato la legge e sappiamo che il popolo non è rimasto per niente fedele.
- Gesù ha dato da mangiare a 5000 persone, tutti quanti erano là con Lui, senza escludere nessuno, cattivi e buoni. Dà il suo corpo e sangue ai discepoli, e per primo a Giuda, poi tutti meno Giovanni, l’avrebbero abbandonato, persino Pietro che aveva ricevuto una chiamata e un incarico importante: essere fondamento.
- A noi uomini Gesù ha dato la salvezza andando in croce, senza prima chiederci se l’avremmo voluta o accolta 1Gv 2,1-2, né tanto meno seguita.
Giuseppe figlio di Giacobbe, deportato in Egitto, sarebbe diventato colui che salvava i suoi fratelli e il padre da morte sicura per la carestia e non lo meritavano! Ma poi nello stesso tempo gli ebrei sarebbero diventati schiavi degli egiziani, così che Mosè venisse chiamato da Dio per la loro liberazione.
Più tardi Davide, e suo figlio Salomone nato da un grave peccato, e poi via via tutti i profeti, fino a Maria e Gesù.
E come non ricordare Giuda, chiamato per quel compito ingrato, ma pur sempre un compito necessario, è stato il primo a ricevere il corpo e il sangue di Gesù, Lui stesso si è donato a Giuda. Che significato ha il dono dell’Eucaristia? Dovrebbe essere dato a tutti, al di là dello stato di ognuno, mai perfetto, perché tutti ottengano la salvezza, per le parole di Giovanni scritte una decina di volte.
La quinta consapevolezza necessaria è questa.
È facile comprende che non è sufficiente dire che Dio ama le persone, bisogna spiegare come questo si realizza. Bisogna cioè comunicare la Buona e Bella Notizia in modo completo. Infatti la sola testimonianza, se riesce oggi a far capire che Dio ama la persona verso cui è rivolta la nostra testimonianza, non è però in grado di far comprendere come si manifesta l’amore di Dio, anzi talvolta è controproducente secondo quanto è scritto nel libro CEI “La sfida educativa”, e nel libro “Solo l’amore salva” è scritto: “I giovani vivono in una società in continua evoluzione dove i valori e le istituzioni non sono più pienamente credibili e stabili, anzi si afferma che il bene e il male non esistono, tutto è relativo, tutto è frutto di civili convinzioni”. Il card. Fisichella, primo presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione disse il 15 ott. 2011: “Molti sbagliando hanno pensato che l’annuncio esplicito non fosse necessario e che la semplice testimonianza di vita fosse una forma di evangelizzazione. Mentre invece la testimonianza comporta l’annuncio esplicito”. Per cui è confermata la prima consapevolezza.
In più anche chi non è discepolo può annunciare, Gesù acconsente a tutti di essere suoi annunciatori e guaritori (leggi don Fulvio), anche ai non credenti: Mc 9,38-40. Già nel 1° Testamento in Nm 24,17, un mago pagano, Balaam, ha annunciato la venuta di Gesù. Perché l’annuncio è salvezza per chi crede al di là di chi lo dona, quindi al di là di tutti gli errori che la singola persona o la Chiesa stessa commettono.
Ultima consapevolezza necessaria.
“Per molto tempo nella Chiesa si é pensato che la paura di Dio fosse il miglior deterrente per impedire il male e spingere gli uomini al bene. Si è trattato di una pessima scelta pedagogica. Questa paura non ha mai prodotto nulla di buono ed e stata causa di patologie e di abbandoni della fede”. Lo scrive padre Armellini nel commento per la messa della notte di Natale. (Clicca qui)
Tu credente che ormai hai preso coscienza di essere salvato non per i tuoi meriti e per le tue azioni, mai perfette, sei chiamato a considerare che anche la Chiesa nei secoli, non ha sempre compiuto azioni finalizzate al bene intrinseco. Sarebbe stato impossibile, dato che la Chiesa è formata da uomini imperfetti. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica è scritto che la Chiesa è santa perché formata da uomini santi, come scrive S. Paolo all’inizio delle sue lettere, i cristiani sono santi in quanto santificati e giustificati da Dio Santo, ma la Chiesa è anche imperfetta al n° 670 del CCC, perché formata da peccatori al n° 827, sempre bisognosi di perdono. Giovanni Paolo II il 12 marzo 2000, da grande profeta, ha chiesto perdono per i delitti commessi dai cristiani. Benedetto XVI ha continuato, evidenziando alcune colpe commesse, nell’incontro di Assisi del 27-10-2011.
C’è quindi la necessità in chi desidera diventare annunciatore, di rendersi conto che l’annuncio è in sé stesso Buono e Bello, non ce n’è un altro altrettanto Buono e Bello, ed è l’annuncio che è efficace di per sé, come la pioggia che scende dal cielo, sempre compirà ciò per cui Dio l’ha mandata.
Padre Ronchi nella trasmissione del sabato pomeriggio “A sua immagine”, padre Armellini con le sue riflessioni (ascolta) e don Fulvio Bertellini con i suoi commenti sulla Cittadella, cercano da qualche tempo di capovolgere le idee di tanti cristiani, senza temere di scandalizzare il 10% dei credenti ascoltatori o lettori, ma pensando di liberare il 90% di chi ormai di quelle idee non si preoccupa più, perché se ne è allontanato da tempo, ma ha bisogno di salvezza..
A questo punto ti sarai posta la domanda: “Perché proprio io dovrei annunciare? Non mi è mai stato detto prima, perché adesso?” (Vedi prima risposta e seconda).
Ci rendiamo conto che non tutti si sentiranno di farlo, ma siamo convinti che chi ha compreso il significato di essere veramente salvato per la Vita Eterna, non riesce a tenere questa notizia solo per sé, sentirà il desiderio di dirla alla moglie o al marito o ai figli e poi agli amici, parenti, conoscenti. In questo modo tu porti, tu doni la consolazione di Dio. E diventa il passaggio di una vera Grazia.
Infatti la vera domanda è un’altra: “Come faccio ora a tacere, a non dire ciò che ho scoperto?”. Così comprenderai il senso delle parole: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”, e comprenderai il motivo per cui Gesù si rallegra più per la pecora ritrovata, che per le 99 che erano già al sicuro, e dice che c’è gioia in cielo per uno che capisce e accoglie il suo dono. Quasi a dire che altrimenti Lui soffre se tanti non conoscono il dono della sua Salvezza operata 2000 anni fa.
Se desideri incontrare personalmente quel Gesù che ti ha salvato, per conoscerlo meglio, non aver paura a chiedere, facendoti aiutare dal parroco don Gianni.
Ora, se vuoi, è bene che tu conosca meglio anche la società attuale (clicca 1 e clicca 2)
L’annunciatore che dona la Buona e Bella Notizia, il Vangelo, diventa un evangelizzatore e fa né più, né meno, quello che certamente facevano e dicevano i primi discepoli 2000 anni fa.
Allora annunciare è veramente un’Opera Bella! Perchè fonte della vera gioia cristiana.
Pagina preparata da Tiziano Manzoli con il benestare di don Gianni.